Dare voce a chi non ha voce: ricordare Marie Colvin
27 Feb 2012
Maria Colvin
12 gennaio 1956 - 22 febbraio 2012
Oggi onoriamo la coraggiosa Marie Colvin, una giornalista di prima linea che aveva la passione di portare la verità ai lettori di tutto il mondo. Recentemente è stata uccisa mentre riferiva sulla crisi in Siria quando il suo edificio è stato bombardato. È morta insieme al fotografo francese Rémi Ochlik, che era a disposizione per documentare le immagini del conflitto.
Non estranea alle intense esigenze della prima linea, Marie si è messa in un pericolo incredibile per raggiungere un suo obiettivo personale. Nel 2001, mentre raccontava il conflitto tra le forze governative e le Tigri Tamil ribelli nello Sri Lanka, Marie ha perso la vista dall'occhio sinistro a seguito di un attacco.
Questo è stato il momento per lei di riflettere sulle scelte che stava facendo. Imperterrita, ha continuato a impegnarsi nel lavoro della sua vita.
Per Marie, il conflitto era una storia umana, piuttosto che politica o religiosa. E ha avuto conseguenze umane.
Sebbene le sue parole risuonassero in tutto il mondo e il suo stile fosse diventato sinonimo di verità, Marie era una persona che agiva. Impavida ed eroica, giudicava ingiusto l'impatto del conflitto sugli innocenti. Nel 1999, mentre faceva un reportage a Timor Est, si rifiutò di lasciare un complesso assediato che veniva attaccato dalle forze appoggiate dall'Indonesia. All'interno del complesso c'erano 1.500 donne e bambini: innocenti che non potevano essere ignorati. Marie rimase con una forza disarmata delle Nazioni Unite e raccontò le sue esperienze al mondo. Mentre la comunità globale osservava lo svolgersi degli eventi, è stata in grado di contribuire a garantire l'evacuazione di tutte le 1.500 persone dopo quattro giorni tumultuosi.
Ci uniamo alla comunità internazionale nel ricordare e celebrare la sua vita.
Lord Justice Leveson ha detto:
Il suo amico e collega giornalista Jim Muir ha scritto:
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